I millennials e le criptovalute: un rapporto in crescita e di successo!

 5 Aprile 2018 Di: Redazione

C’è sempre più attenzione intorno al fenomeno criptovalute, in particolare negli ultimi tempi sono stati pubblicati d’agenzie competenti degli studi sui soggetti maggiormente interessati al mercato delle monete digitali, e se per alcuni versi lo scetticismo verso i bitcoin e simili non sembra placarsi si fa avanti anche una generazione quella dei giovanissimi che non esitano a dimostrarsi certi e convinti che nel futuro ci saranno soprattutto le monete digitali.

Secondo Finder.com il  “bitcoiner medio” ha un’età che oscilla tra i 22 e i 37 anni e possiede circa il l 17% di criptovalute  un dato che si distanzia dalla generazione che li precede e dal quella ancora più anziana.

I millennials ossia coloro che sono nati negli ultimi 20 anni del secolo scorso sembrano avere la convinzione che investire in bitocoin sia la strada giusto per garantirsi un risparmio futuro nonostante le tanti variabili che attualmente tale tipo d’operazione presenta. A questa  giovane generazione le risorse digitali danno fiducia in quanto sono garantite da un codice matematico e verificabile aspetto di cui le banche sono prive.

Per i giovani investitori di monete virtuali le criptovalute sono una risorsa in grado di garantire in alcuni casi anche un fondo pensionistico futuro, un modo di risparmiare alternativo ma secondo alcuni anche l’unico.

Le crypto saranno le nuove pensioni?

A conferma di ciò un recente sondaggio effettuato d’Auctus ai millennials americani che in una percentuale considerevole circa il 6% ha affermato che sarebbe disposto ad utilizzare criptovalute come mezzo per creare il proprio fondo pensionistico. Raphael Vantroost AD di Auctus ha riconosciuto che i millenium sono i primi sostenitori delle valute digitali e questo soprattutto perchè sono privi d’alternativa:

Bitcoin e le criptovalute sono tra i primi investimenti per molti millennials. Questo potrebbe essere perché la generazione più giovane è esperta di tecnologia, ma potrebbe anche essere dovuta alla mancanza di alternative. 

Autore: Redazione