Anche il governo della Turchia propone la Criptovaluta Nazionale

 23 Febbraio 2018 Di: Redazione
Nuovo criptomoneta nazioneale Turchia, il Turkcoin

Dopo Petro, la cryptovaluta nazionale del Venezuela, si inzia a parlare di una cryptovaluta nazionale anche in Turchia.

Stando ad un reportage di Al-Monitor, l’alleanza tra il Partito di Giustizia e Sviluppo (AKP) ed il Partito Nazionalista (MHP) si è estesa ad un progetto che sembrava fino a ora imporbabile: lo sviluppo di una cryptovaluta nazionale turca.

Il governo turco era infatti stato fino ad ora poco aperto alle criptovalute, ed i ministri del governo avevano messo in guardia i cittadini sui rischi del sistema. L’MHP, invece, discute sul fatto che, invece di rigettare le criptomonete, Ankara dovrebbe iniziare a delineare la legislazione per regolare e controllare il mercato. Il Ministro dell’Industria dell’MHP, Ahmet Kenan Tanrikulu, ha stilato un dettagliato documento sul problema, proponendo il rilascio della moneta a controllo nazionale chiamata “Turkcoin”.

Cos’è il Turkcoin e qual è la proposta della Turchia

Per Tanrikulu, rimaniere indietro sul sistema blockchain sarebbe un enorme errore.

“Il mondo sta avanzando in un nuovo sistema digitale. La Turchia dovrebbe creare il proprio sistema e la propria valuta prima che sia troppo tardi.”

Il politico ha inoltre insistito che le criptovalute sono già ampiamente in uso in Turchia, a discapito del buco legislativo che riguarda l’argomento. È quindi necessario lavorare per evitare attività illegali sulle valute virtuali. Il documento redatto propone la costruzione di una infrastruttura database blockchain per gestire la nuova criptomoneta.

Una regolamentazione completa dopo una completa valutazione dei rischi permetterebbe di generare introiti dal mercato delle criptovalute e specialmente dal Bitcoin. Per fare questo è stato pensata la creazione di una Borsa del Bitcoin a controllo nazionale per prevenire evasione di tasse, riciclaggio di denaro e truffa.

La proposta dell’MHP è supportata dalle compagnie del Wealth Fund (tra le quali Turkish Airlines, Istanbul Stock Exchange, la società estarttiva Botas, Turk Telekom, Ziraat Bank e National Lottery) che andrebbero a fare da garanti sulla stabilità della moneta. In questo modo, pur non potendo sperare i tassi di crescita del 1700% del Bitcoin, si garantirebbe anche l’impossibilità di cadute del 70% del valore.

In qualche modo un progetto che si avvicina molto al concetto di obbligazione più che a quello di criptovaluta, ma che per questo potrebbe attirare l’interesse di diversi investitori.

Autore: Redazione